giovedì 5 aprile 2012

VARIE E NON NECESSARIE ALLA QUOTIDIANA ESISTENZA

Bay Waters © Niki Ghini 2012
 
5 del mattino del primo giorno di ora legale, domenica. Ruzzolati dal letto che e' ancora buio: abbiamo fatto le nostre 6+ ore e per ora dobbiamo accontentarci. Dopo 25 ore di viaggio decisamente andate lisce iniziamo la nostra vacanza Americana con una carenza di sonno ben nota. Ma i crolli energetici durante il giorno sono di breve durata e il pizzichio alla gola che ho dall'arrivo in questa terra dove gli alberi sono gia' tutti in fiore non si e' ancora mutata in raffreddore quindi oso sperare che sia solo un'allergia precoce.

Visti 3 film in aereo: Le Avventure di Tin Tin (7 di 10 per la vivacita' della storia e gli spettacolari effetti digitali), Un Felice Evento (traduzione liberale del titolo di un film francese sulle turbe di una filosofa neo madre: 7 di 10 per onesta' e candore) e La Delicatesse (8 di 10 per la gioia di vedere il musetto della Tautou, per una particolare freschezza nella storia per il sottile umorismo cosi' raro nei film francesi).

In questa cucina che risuona di rumori familiari e scontati - il timer del tostapane che sta scaldando il secondo bagel di questa vacanza; l''intermittente e annoiato Beep di un qualche elettrodomestico non ben identificato; lo scricchiolio occasionale delle molle del divano su cui dorme Sean - su una tastiera senza la D e le vocali accentate inizio la redazione del blog in trasferta. Ovvero la mia ancora (accento sulla prima) costruttiva nel tempo che scorre senza meta e direzione  caratteristico delle nostre visite in America.

Ieri c'e' stata la prima riunione familiare e  la prova a secco (dry run) di cio' che si terra' sabato, il memorial per mia suocera, scomparsa 2 anni fa. La cerimonia, informale e intima, consistera' nel trovarsi insieme a casa di una delle 2 sorelle con parenti e amici  per ricordare quei momenti di Joyce che faranno sorridere e ridere (e ridendo anche piangere un po') senza andarci pesante con le realta' emotive causate della perdita di una persona cara.

Un'espressione culturale questa assai diversa da quella a cui siamo abituati noi Cattolici e Latini, con il nostro cordoglio messo in bella mostra perche' sia soppesato dalla comunita', benedetto dal prete, e la cui poca espressivita' ci lascia soli e senza molta assistenza una volta usciti dalla chiesa e dal cimitero.

E' cosa indelicata affermare che questa esperienza che mi aspetta, ben diversa da cio' che conosco  e della quale esistenza so per via di film e libri -  la sto aspettando da tempo, con curiosita' di antropologa mal celata dagli opportunistici panni di nuora e cognata? Ma la vita e' una serie di esperienze che ci sorprendono e ci fanno sobbalzare sui binari, e sperare che gli scossoni siano forti abbastanza da stimolare una nuova visione di essa, una comprensione magnificata del nostro ruolo in essa, giustifica il bisogno di provare in prima persona tutto cio' che comporta, nel bene e nel male. L'essere curiosa in questi frangenti mi pare un impulso troppo innocente e giustificato da meritare la definizione di persona insensibile o incallita.

Si sta facendo chiaro fuori, le luci elettriche si spengono a mano a mano che di fa piu' luminoso il cielo. Il manto di nuvole provenienti dall'oceano si rispecchia sull'acqua della baia, a 20 metri dalle finestre che mi separano da essa.  A poca distanza qui il ponte di ferro verde che ci unisce all'isola di Alameda comincia a vibrare con il primo traffico, causando dissonanze da musica sperimentale, straordinarie e banali per la loro natura.

Di questo breve momento nella storia di un luogo sono semplice spettatrice, grata di essere presente.

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