mercoledì 21 gennaio 2009

I 10 BALLI DI OBAMA

e' finalmente l'ora per il nuovo presidente di andare a letto, dopo essersi trascinato sempre piu' stancamente a 10 balli tenutisi a Washington stasera. Mi faceva venire in mente il film THEY SHOOT HORSES DON'T THEY? con Jane Fonda, dove lei e il suo partner partecipano ad un concorso a chi balla piu' a lungo che diventa una lotta di sopravvivenza per i partecipanti sfiniti dopo giorni in piedi e in pista. Allo stesso modo gli Obama appaiono smorti e barcollanti gia' alla quarta apparizione, la loquacita' di Barak smorzata dalla stanchezza, fa fatica a parlare, ha quasi la capacita'linguistica di un ubriaco, con la bocca impastata, le lunghe pause, il filo del pensiero annodato, ma non ci sono dubbi che e' solo stanchezza. La faccia di Michelle e' una maschera rigida di sfinimento e con il passare dei balli la sua postura assume un'aspetto ingobbito, non oso pensare come stiano i suoi piedi, in scarpe con tacchi da stamattina.

Sono le 9:50 in California e le 12:50 nella costa Est (in Italia e sul mio orologio sono le 6:50 di mattina) quando finalmente arrivano alla fine del 10 ballo e la visione del letto li ringalluzzisce un tantino, Barak bacia la moglie ripetutamente sulla guancia, e questo scocca un tantino questa spettatrice non abituata alla visione affettuosa di un presidente verso la propria moglie.
Devono ancora arrivare a casa, ora la Casa Bianca, dove una serie di camion stamattina hanno vuotato gli appartamenti presidenziali della roba dei Bush per rimpiazzarla con quella degli Obama, tutto in 4 ore. Troveranno gli spazzolini da denti? La camicia da notte? A che ora mettono la sveglia? Sono stati per ore sotto lo scrutinio della gente, cosa dicono nei pochi momenti di intimita'? Come si stenderanno nel loro letto, in una nuova stanza, al nuovo indirizzo della Casa Bianca? Sicuri che domani inizia un lavoro che non prmette riposo, che non permette passi falsi, che sono gia'sul piedistallo e possono solo rimanere li' o cadere.

Non vorrei essere al loro posto onestamente, ma Barak Obama non e' li' per fare bella figura, e' li' per fare un buon lavoro perche' pensa onestamente di poterlo fare. Lo si capisce per come ha reagito quando il Chief Justice Roberts ha sbagliato a dargli le parole del giuramento, lo ha interrotto rompendo il ritmo delle sue parole, e invertendo l'ordine di quelle che seguivano, e Obama ha seguito gli input obbediente cercando di salvare il salvabile, senza fare la spocchia perche' conosceva il testo corretto mentre il giudice -che poteva portarsi dietro il testo invece di creare una situazione imbarazzante per entrambi- aveva fatto confusione. Con un sorriso pieno di grazia a fatto finta di niente e ha sostenuto il giudice come un giovane sostiene un anziano che cammina traballando, fermo, sicuro, rassicurante. Sono in questi dettagli che si vede il carattere e sono questi dettagli che mi fanno credere che possa essere un ottimo presidente.

I dettagli sono infiniti e la giornata e' stata un bombardamento televisivo della coppia presidenziale, tanto che una e' anche un po' stufa di questa alluvione medianica. Il mondo li ha visti ed ha gioito per loro, ora andiamo tutti a riposare prima che inizi il domani.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo, guardando il giuramento si aveva proprio l'impressione di un giovane che gentilmente e rispettosamente assecondava un anziano ma sapendone di più, o comunque con più sicurezza più energia più volontà di fare, di cominciare a fare. Da parte mia confesso un'invidia, non per gli Obama (per lui ho ammirazione) ma per il popolo americano, per la capacità di rinnovamento, per l'entusiasmo, per la voglia di andare avanti. Certo poi ci sono le croci bianche, quelle viste e fotografate da te, con tutto il loro tragico significato. Ma anche la consapevolezza e la memoria della tragedia fanno la grandezza di un popolo. Si ricorda non per ripiegarsi su se stessi ma per imparare anche da quello e per trarre forza anche da quello. No?Sciù/titina

Anonimo ha detto...

mi domando se le croci sono messe li per ricordare o per urlare alla gente la verita' di queste morti...
penso che si ricorda dopo, quando e' passato piu' tempo, per ora se fossi stato quello che ha messo le croci, io lo avrei fatto per urlare la verita' alla gente. Ma quella sono io "in your face Niki" :-)